Una delle più gravi catastrofi della Romania comunista, che il regime si sforzò di tenere nascosta all’opinione pubblica; in quanto la tragedia stessa, avrebbe denunciato le condizioni di vita disumane, schiavistiche imposte dalla diffusa povertà. Padre Augustin Barbut, parroco di Santa Maria del Carmine a Santa Marinella, ricorda, nel 25° anniversario, la catastrofe sconosciuta di Valea Uzului.
Una delle più gravi catastrofi della Romania comunista, che il regime si sforzò di tenere nascosta all’opinione pubblica; in quanto la tragedia stessa, avrebbe denunciato le condizioni di vita disumane, schiavistiche imposte dalla diffusa povertà. Padre Augustin Barbut, parroco di Santa Maria del Carmine a Santa Marinella, ricorda, nel 25° anniversario, la catastrofe sconosciuta di Valea Uzului, in Transilvania.
27 persone, molti dei quali bambini e adolescenti tra i 13 e i 18 anni, morirono nel 1988, a Valea Uzului, al confine tra Bacau e Harghita, cuore della Romania. In seguito alla tragedia, a Fărăoani (Bacau) – villaggio d’origine della maggior parte delle vittime – si innescò tra la popolazione la scintilla di una rivolta; ma la Securitate occupò il Comune, vietando di rendere noto il disastro. Già otto anni prima, altri 48 pendolari annegarono in una palude a Botosani. E anche quel grave incidente fu tenuto sotto silenzio dal regime e…
View original post 764 altre parole
Rispondi