In prima visione a Roma oggi, Sabato, 24 settembre 2016, ore 18 – Casa del Cinema, Largo Marcello Mastroianni 1 Roma (nell’ambito del Festival dei Giovani Talenti Rumeni, VI edizione) e Domenica, 25 settembre 2016, ore 13:00 – Teatro Lo Spazio, Roma, Via Locri 42 (presso il Cenacolo Letterario Romeno, XVIII edizione). Il film, prodotto interamente a Iasi, Romania (2015, 90′ in lingua originale con sottotitoli), è tratto dal libro “Gaudeamus” di Mircea Eliade, lo storico delle religioni di origine romena (tradotto in italiano da Jaca Book, 304 pp., a cura di Roberto Scagno). Segue incontro con il regista e gli attori.
Sul valore del tempo nel film ”La fanciulla dagli occhi verdi”
A cura di Nicolae Crețu, critico e storico letterario
Tratto da ”Gaudeamus”, la seconda parte del ”Romanzo dell’adolescente miope”, romanzo della giovinezza di Mircea Eliade, il film ”La fanciulla dagli occhi verdi”, diretto dal regista Mihai Mihăescu, è una scelta eccezionale, in cui è presentata la gioventù dello storico delle religioni di origine romena. Trasformata in opera di fantasia, trasferita nell’immaginario è appunto la gioventù dell’autore Eliade e del suo tempo; una generazione con grandi ambizioni e che diede al paese importanti personalità.
Se non fosse venuto il buio del comunismo quella generazione, rimanendo nel paese e non esiliandosi, avrebbe sollevato la Romania, in grado di competere con qualsiasi altra grande cultura europea o universale.
È una realtà che si nota molto sia alla lettura del libro, quanto ammirando il film; poiché la selezione del testo per questo romanzo sceneggiato è stata fatta in modo molto intelligente. Ho verificato io stesso, paragonando i dialoghi del film al testo integrale del romanzo. Trasmette proprio l’essenziale. Tutto ciò che esprimeva il confronto di visione che ogni individuo fa del suo tempo. È, insomma, il problema eterno dell’uomo: Che cosa fai con la tua vita?!
Il film non intende trasmettere agli spettatori una qualsiasi tesi o morale, ma la tensione di alcune domande: Come vivo, che faccio, con chi esco, con chi parlo?! Non vale la pena fermarsi accanto a chiunque! È realmente un problema di tempo e del valore del tempo! Esso, il tempo, non esiste che grazie all’uomo. L’uomo ha inventato il modo di misurarlo, perché è la sola creatura consapevole della sua morte! E non vuole passare senza lasciare una traccia di sé nel mondo! Questo lo vediamo anche nel film. Prima di tutto, quello che accade al protagonista, il personaggio chiamato Mircea, il cui modello è senza dubbio il giovane Mircea Eliade. E’ l’oscillazione tra due amori. Le due fanciulle del film sono due ipostasi della femminilità, complementari e non opposte. Sono i due versanti della femminilità! Con una il protagonista appare in una sequenza amorosa, girata in modo assai forte; però nello spirito del romanzo, che rispecchia inclusivamente la durezza di queste scene. E qui vorrei precisare che Mircea Eliade fu uno degli autori romeni che lottò contro l’ostentazione ipocrita di pudore, affinché la letteratura evitasse la verecondia e avesse il coraggio di presentare anche la dimensione della sessualità, dell’eros carnale! Si ostinò a farlo Eliade, e per questo ebbe da soffrire. Tentarono di metterlo sotto processo, ma fu difeso da altri scrittori, come Sadoveanu. Questi fu tra i primi a sostenere che la letteratura dovesse accedere a tutte le dimensioni che appartengono alla vita, anche all’amore carnale, alla sessualità.
L’altro aspetto interessante, come essenza del film e del romanzo, è l’amore platonico di Mircea per l’altra fanciulla, chiamata Nișka. Se il suo amore per lei è più forte del desiderio erotico, la giovane vive invece una profonda tristezza perché non è posseduta dal protagonista.
In realtà, Mircea evita, da un lato, una specie di stasi della propria esistenza, ma non tanto per egoismo, in quanto, dall’altro lato, anticipa quello che potrebbe fare nella vita. Non vuole limitare la sua esistenza, dall’inizio, ad un semplice matrimonio. Qui si lascia vedere la dimensione significativa del film che traspare dai dialoghi dei personaggi. Quelli femminili pensano al matrimonio, alla carriera didattica, senza essere però contenti di una simile prospettiva, invidiando gli uomini. Da questo punto di vista, il film rispecchia anche l’immagine dello statuto diverso della donna e dell’uomo, tipico dell’epoca. La donna era generalmente casalinga: la famiglia, i bambini… mentre l’uomo andava per il mondo… Ulisse sui mari, Penelope a casa al telaio! Invece è bello il rovescio suggerito dal film e dal libro: il grande amore è per lei! Però Mircea non vuole trattare questo grande amore in quel modo, come un’avventura passeggera! Appunto perché la ama, non vuole che tra di loro sussista qualcosa di meramente carnale!

Vorrei anche mettere in risalto alcuni procedimenti strettamente collegati all’arte del film. Suggeriti dal testo del romanzo, questi si realizzano tramite l’immagine, senza essere una trascrizione fedele del testo. Per esempio, le numerose sequenze dello specchio: sono molto rilevanti, in quanto lo specchio è una metafora simbolica del bisogno di conoscere sé stessi, e che si manifesta intensamente alla fine dell’adolescenza e all’alba della prima gioventù. È un incrocio determinante nella vita! Allo steso modo, le sequenze della natura: le foglie, la neve. Simboleggiano questa disponibilità, la freschezza, la tenerezza dell’età della giovinezza! Un bellissimo film sulla giovinezza, senza essere censurato per verecondia – il sesso e tutto ciò che attiene alla sua sfera – ma allo stesso tempo, con una grande ponderatezza intellettuale nei dialoghi. La politica, il sociale, la fede! Scene come quelle girate nel Giardino Botanico di Iasi, il pozzo a mazzacavallo… Ma quel mazzacavallo è in realtà una freccia puntata verso il cielo! È di fondamentale importanza per la dimensione metafisica della riflessione di quella generazione! Generazione che si interrogava su problematiche di fede, di religione, nonostante fossero poco propensi alla storia delle religioni, alla filosofia della religione, come Mircea Eliade!
Il film potrebbe destare nei giovani di oggi una grande invidia per la spiritualità di cui andava forte la gioventù interbellica. Oggigiorno sono molto rari coloro i quali vogliano perpetuare lo spirito di Mircea Eliade! Molte cose sono cambiate in questo mondo, in questi tempi: le tecnologie, la superficialità, la cultura di massa… Certo, aumenta la quantità, ma diminuisce la qualità!
(Traduzione italiana Angela Pintilie)
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